Esami preoperatori per l’aumento del seno
L’aumento del seno, noto come mastoplastica additiva, è un intervento di chirurgia estetica che richiede una scrupolosa valutazione preoperatoria. Prima di programmare l’operazione, è indispensabile effettuare una serie di esami clinici e strumentali finalizzati a garantire la sicurezza della paziente e ridurre il rischio di complicanze. Le linee guida dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE) sottolineano l’importanza di un percorso diagnostico approfondito che consideri lo stato di salute generale, la funzionalità cardiocircolatoria e le caratteristiche del tessuto mammario.
Valutazioni emato-chimiche indispensabili
Tra le principali indagini da effettuare prima dell’intervento, un ruolo centrale è rivestito dagli esami emato-chimici, che consentono di ottenere un quadro completo dello stato di salute della paziente. In primo luogo, l’emocromo completo permette di verificare la quantità e la qualità delle cellule del sangue, identificando eventuali forme di anemia o infezioni in corso. Accanto a questo, vengono prescritti gli esami della glicemia, fondamentali per accertare la presenza di alterazioni del metabolismo glucidico, come il diabete, che potrebbe compromettere i processi di guarigione delle ferite.
Altre analisi basilari sono il PT e il PTT, indagini che valutano il tempo di coagulazione del sangue. È indispensabile che i parametri rientrino nei valori di normalità per ridurre il rischio di emorragie durante e dopo l’operazione. Infine, viene controllato il fibrinogeno, una proteina essenziale per il processo coagulativo. La somma di queste informazioni consente al chirurgo e all’anestesista di avere un quadro chiaro e di intervenire tempestivamente in caso di anomalie che richiedano una stabilizzazione preoperatoria.
La valutazione cardiologica e strumentale
Oltre agli esami di laboratorio, un’altra tappa fondamentale nella preparazione alla mastoplastica additiva è la verifica della funzione cardiocircolatoria. Il documento AICPE prevede l’esecuzione dell’elettrocardiogramma (ECG) per individuare eventuali aritmie o segni di patologie cardiache che potrebbero controindicare l’intervento o richiedere precauzioni particolari durante l’anestesia. Questa valutazione assume un’importanza ancora maggiore se la paziente ha un’età superiore ai 40 anni o presenta familiarità per malattie cardiovascolari.
Nei casi selezionati, può essere indicata anche una radiografia del torace, soprattutto se la paziente è fumatrice o se esistono fattori di rischio legati all’apparato respiratorio. Lo scopo principale è valutare la morfologia polmonare e identificare eventuali alterazioni che potrebbero interferire con la ventilazione intraoperatoria. Tutti questi controlli sono essenziali per garantire che la paziente sia in condizioni ottimali e per pianificare l’intervento con la massima sicurezza.
Gli esami specifici per il seno
Un capitolo a parte riguarda le indagini diagnostiche dedicate alla valutazione delle strutture mammarie. Le linee guida AICPE sottolineano che prima di procedere all’aumento del seno è necessario verificare la normalità del tessuto ghiandolare. Per questo motivo si richiede l’ecografia mammaria, indicata in tutte le pazienti, indipendentemente dall’età. Questo esame consente di rilevare la presenza di noduli, cisti o altre alterazioni che devono essere approfondite prima di inserire un impianto protesico.
Per le pazienti con più di 38-40 anni, è consigliata anche la mammografia, che permette di esaminare eventuali microcalcificazioni e di stabilire una documentazione di base utile per i controlli futuri. L’obiettivo di questi accertamenti è duplice: da un lato individuare eventuali patologie preesistenti che potrebbero richiedere un trattamento specifico e, dall’altro, fornire un quadro di riferimento chiaro per monitorare nel tempo la salute della mammella, considerando che la presenza della protesi potrebbe rendere più complessa la lettura di alcuni esami successivi.
Un percorso di sicurezza prima dell’intervento
Il percorso diagnostico preoperatorio per la mastoplastica additiva è quindi articolato e multidisciplinare, poiché coinvolge diversi ambiti clinici: ematologico, cardiologico e senologico. Ogni esame ha una finalità specifica e contribuisce a ridurre i rischi legati alla chirurgia e all’anestesia. Solo dopo aver ottenuto la certezza di uno stato di salute adeguato, il chirurgo potrà confermare la possibilità di procedere all’intervento, definendo insieme alla paziente la tecnica chirurgica più indicata e illustrando con chiarezza le prospettive di risultato e i potenziali effetti collaterali.
La preparazione accurata rappresenta una delle garanzie principali per raggiungere un esito positivo e duraturo. Informare la paziente sull’importanza di tutti gli esami, chiarire eventuali dubbi e predisporre un piano personalizzato costituiscono parte integrante di un approccio responsabile e consapevole alla chirurgia estetica. Solo un’attenta valutazione preoperatoria, eseguita secondo linee guida condivise e validate, può consentire di affrontare l’intervento con la massima serenità e nel rispetto della priorità assoluta: la tutela della salute.
Approfondimento: pallaoro.it/mastoplastica-additiva-preparazione.htm