Le indicazioni cliniche della mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico volto ad aumentare il volume del seno attraverso l’inserimento di protesi mammarie. Questa procedura è regolamentata da criteri ben precisi, definiti nelle linee guida elaborate dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE), che pongono grande attenzione alla sicurezza e all’appropriatezza delle indicazioni. Di seguito vengono esaminate in modo approfondito le principali situazioni cliniche in cui l’aumento del seno rappresenta un trattamento indicato.

Amastia, ipoplasia e ipotrofia mammaria

Tra le principali indicazioni cliniche rientrano i casi di amastia, ovvero l’assenza completa della ghiandola mammaria, e di ipoplasia mammaria, condizione caratterizzata da uno sviluppo incompleto del seno. Queste situazioni possono essere presenti fin dalla nascita, a seguito di malformazioni congenite, oppure manifestarsi durante lo sviluppo puberale. La paziente può presentare un seno poco sviluppato rispetto alla proporzione del torace o un’asimmetria marcata tra i due lati.

Un’altra indicazione frequente è l’ipotrofia mammaria secondaria, che si verifica quando il volume della mammella si riduce nel tempo. Questo fenomeno può essere correlato a fattori come variazioni di peso, gravidanze, allattamento prolungato o processi involutivi legati all’età. In questi casi, l’intervento di mastoplastica additiva consente di ripristinare un volume adeguato, migliorando l’armonia del profilo corporeo e rispondendo a un’esigenza estetica percepita come rilevante dal punto di vista psicologico e relazionale.

Malformazioni congenite e sindromi associate

Le malformazioni mammarie congenite costituiscono un altro gruppo di indicazioni ben definite. Tra queste, una delle più note è la mammella tuberosa, caratterizzata da un’anomala conformazione del seno, con restringimento alla base, ipoplasia e areola dilatata e prominente. Questa deformità può determinare disagio emotivo significativo, soprattutto nelle giovani donne.

Un’altra condizione di interesse è la sindrome di Poland, una rara malformazione che si manifesta con assenza o ipoplasia della ghiandola mammaria associata a difetti della muscolatura toracica. In questi contesti, la mastoplastica additiva non ha solo finalità estetiche, ma anche un valore ricostruttivo e funzionale, con l’obiettivo di ristabilire la simmetria del torace e di ridurre l’impatto psicologico negativo legato alla condizione.

Il documento AICPE chiarisce che, nel caso di gravi malformazioni congenite, l’intervento può essere eseguito anche su pazienti minorenni, purché sia certificato da un medico convenzionato o da una struttura sanitaria pubblica. Tale deroga alla regola generale che vieta la mastoplastica sotto i 18 anni tutela le situazioni in cui l’anomalia morfologica rappresenta un fattore di disagio rilevante.

Asimmetrie mammarie e ricostruzione dopo demolizione

Un’ulteriore indicazione clinica consolidata riguarda le asimmetrie mammarie, quando la differenza di volume e forma tra le due mammelle è tale da risultare evidente e impattare sulla percezione del proprio corpo. Questa condizione, pur non essendo patologica, può generare problemi di autostima e limitazioni nella vita sociale e affettiva. L’intervento di aumento del seno consente di ottenere un migliore equilibrio tra i due lati, con risultati stabili e naturali.

La mastoplastica additiva trova inoltre indicazione in ambito ricostruttivo dopo interventi di demolizione mammaria, come la mastectomia parziale o totale effettuata per motivi oncologici. In questi casi, la protesi ha lo scopo di ricostituire il volume perduto, contribuendo al recupero dell’immagine corporea e al benessere psicologico della paziente. La possibilità di associare l’aumento con tecniche di mastopessi o di lipofilling permette di adattare l’intervento alle caratteristiche anatomiche individuali e alle aspettative della donna.

Aspetti normativi e valutazione clinica

Dal punto di vista normativo, il Decreto Legge 86/2012 stabilisce che l’aumento del seno a finalità estetica è vietato nelle pazienti minorenni, con l’eccezione dei casi di gravi malformazioni documentate. È compito del chirurgo valutare attentamente le motivazioni della paziente, distinguendo i desideri puramente estetici da condizioni cliniche che possono giustificare l’intervento.

La valutazione preoperatoria comprende un’anamnesi completa, un esame obiettivo dettagliato e l’esecuzione di esami diagnostici come ecografia e mammografia (quest’ultima raccomandata sopra i 38-40 anni). Solo in presenza di indicazioni cliniche precise e di un equilibrio psicologico adeguato, l’intervento può essere considerato opportuno.

In conclusione, le indicazioni cliniche alla mastoplastica additiva spaziano dall’assenza di sviluppo mammario fino alla ricostruzione post-oncologica e alle asimmetrie significative. L’attenzione alla corretta selezione delle pazienti e al rispetto delle norme vigenti garantisce che questa procedura possa offrire risultati soddisfacenti e sicuri, migliorando la qualità di vita di chi vi si sottopone.